domenica 14 novembre 2010

Furbizia tricolore

Le vicende politiche e istituzionali del nostro Paese ci regalano un teatrino sempre più deprimente. Storie e storielle. Un paese intero che si ritrova a disquisire tra plastici e pettegolezzi. Dei problemi veri, contingenti, urgenti non se ne parla. Meglio approfondire e cercare di capire chi è Ruby, la sua storia e se ha avuto storie di sesso col nostro Presidente del Consiglio. Dal bar al circolo, dai luoghi di lavoro ai campi sportivi tutti, prima o poi, si trovano a dire la propria su B. Qualcuno pensa che è stato capace di cambiare l'Italia, in tanti lo indicano come il colpevole ma, a mio avviso, il punto non verte sulle presunte colpe del vecchio. Lui ha usato la sua intelligenza per cavalcare i valori che nessuno confessa ma che molti applicano nella loro vita, dalla famiglia al mondo del lavoro. Nella nostra cultura uno dei grandi problemi è che qualsiasi cosa accada, qualsiasi problematica venga affrontata, la prima domanda è: “Di chi è la colpa?”. E chi se ne frega di chi è la colpa. Il punto non è quello. La colpa serve per definire un “senso di” e per aprire sterili quanto inutili dibattiti che tanto appassionano la morbosa curiosità e irrefrenabile istanza di giudizio di cose altrui. Diverso sarebbe chiedersi di chi è la “responsabilità”, termine a noi quasi sconosciuto, a partire dall’educazione dei figli che in età matura hanno sempre una mamma che li protegge. La responsabilità a differenza della colpa richiede che qualcuno risponda delle proprie azioni in prima persona a differenza della colpa che richiede un’espiazione. Ecco perché la responsabilità risulta assai indigesta. Perché semplicemente non ammette, a differenza della colpa, giustificazioni, scappatoie e recite teatrali. Purtroppo i responsabili della cosa pubblica e tanti liberi e privati cittadini sono attori e abbracciano con tutto il cuore un valore che solo nel nostro Paese è largamente condiviso: la furbizia. Non solo nel gioco e nello scherzo ma nell’impalcatura delle responsabilità istituzionali. Fregare qualcuno non è giusto né bello, ma se questo viene fatto con furbizia la disapprovazione formale viene accompagnata da un sorriso che plaude e al gesto e all'abilità del furbo. E' un concetto semplice profondamente radicato nei nostri usi e costumi. Il nostro presidente del consiglio e tantissime figure che rivestono ruoli importanti nelle nostre istituzioni incarnano alla perfezione questo modo di essere. Purtroppo è uno dei tratti caratterizzanti l'italianità che tanto fa sorridere chi non vive in Italia.

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