giovedì 24 febbraio 2011

Convegno sul Turismo a Piombino

Ieri, mercoledì 23 febbraio, Lega Ambiente ha organizzato un interessante convegno su turismo e territorio, con particolare riferimento alla costa toscana.

“Quale turismo per la costa toscana? Criticità, potenzialità, proposte. Incontro a Piombino”. Questo il tema dell’incontro.

Sono intervenuti amministratori pubblici, tecnici, operatori turistici, gente comune. Il dato che tutti, con parole e idee proprie, hanno cercato di far emergere è la necessità di un nuovo modello di sviluppo del turismo e del territorio. La parola d’ordine è “qualità” ma nessuno spiega cosa sia concretamente. L’altra parola molto usata è “sostenibilità” ma in pochi spiegano chiaramente cosa significhi. Incisivo a tal proposito l’intervento di Angelo Gentili, Responsabile Nazionale di Festambiente che in massima sintesi sottolinea l’importanza di regole certe uguali per tutti nella gestione del territorio tenendo in considerazione che le risorse naturali non sono inesauribili e che fermare il consumo del territorio è un passo indispensabile e imprescindibile.Le criticità sono molte e il famoso modello di sviluppo deve ancora essere elaborato ma questi incontri rappresentano momenti di riflessione condivisi e un’ottima opportunità per amministratori pubblici, non tanto perché hanno la possibilità di far conoscere il loro pensiero, quanto la possibilità di ascoltare le istanze e le considerazioni di chi vive e lavora sul territorio.

Alcune considerazioni sul tema:

  1. Manca completamente una progettualità in tal senso. Mancano drammaticamente idee, manca la cultura del turismo intesa come ospitalità, è sempre crescente quella del turismo principalmente come business. Scarsissimo l'interesse e i progetti sui servizi e sulle professionalità da sviluppare sul territorio.
  2. C’è ancora chi invoca “marchi di qualità” per emanciparsi dall’omolgazione del prodotto turistico. Trovo questa considerazione “preistorica” e terribilmente contraddittoria: il marchio è un simbolo della cultura dell’omologazione. Chi mi garantisce la qualità? Il marchio? Meglio lasciar perdere… La qualità me la garantiscono le persone, o meglio “la persona”, non per il suo curriculum ma per le sue scelte e il suo modus vivendi. La persona può essere politico, operatore turistico, turista, agricoltore e non è certo l’appartenenza a questo o quel partito o associazione, o ancora “marchio” che mi garantisce qualità, ma appunto la sua sensibilità nel relazionarsi all’ambiente, al territorio, alle persone.
  3. L’architetto Massimo Zucconi parla di “identità” di un territorio indicando giustamente in questo elemento la forza trainante di qualsiasi progetto. Identità è avere la consapevolezza che un bene come il territorio non può assolutamente essere condizionata dalle esigenze di potenziali investitori che “indorano” operazioni finanziare speculative con sermoni sulla valorizzazione del territorio.
  4. Un’altra parola amatissima negli ultimi anni è “destagionalizzazione”. Idea meravigliosa in teoria, poco apprezzata nella pratica. Paolo Pacini, assessore provinciale all’Agricoltura e al Turismo fa riflettere sulla riduzione della stagione turistica di punta da un mese-40 giorni di qualche lustro fa alle due settimane – 10 giorni (centrali di agosto) di ora. Il dottor Giovanni D’Agliano, dati alla mano, rileva un incremento di presenze sul nostro territorio nell’arco dell’anno. Indice questo che sottolinea come, seppur lentamente, un processo di destagionalizzazione è in corso. Benvenuto! Rammaricarsi del calo di presenze nel mese di agosto non ha molto senso. Per il territorio è un gran bene e, tra gli operatori, chi non riesce a lavorare nel periodo di massima affluenza evidenzia sicuramente qualche deficienza strutturale della propria attività.
  5. Ultima considerazione di carattere generale. L’Amministrazione della Regione Toscana ha stabilito di abolire le APT concentrando la promozione del turismo in un unico ente: Toscana Promozione. Tutto questo per mancanza o razionalizzazione delle risorse economiche. La Toscana è una delle poche regioni italiane dove le APT hanno avviato progetti turistici legati al territorio e slegati dagli interessi di grandi aziende private. Sebbene lentamente si è capito l’importanza di settorializzare il turismo in base ai diversi interessi dei visitatori e così sono nati progetti relativi alle attività di scoperta del territorio come cicloturismo, trekking e turismo equestre. Sono state valorizzate aree di interesse naturalistico e avviati progetti che avvicinassero i produttori al mondo dell’enogastronomia. Certamente tante cose potevano essere migliorate ma molti progetti avviati hanno avuto una buona ricaduta sul territorio. Ora, di colpo, tutti quei progetti sono destinati a rimanere nell’oblio, le risorse investite smetteranno di produrre effetti e sul futuro della pianificazione del territorio nulla si sa, salvo un progetto di sviluppo della Via Francigena. Rinunciare ad investire sul turismo in una regione come la Toscana è un po’ come se i paesi arabi rinunciassero al petrolio. Amen.

In base alla mia esperienza (vivo in Costa degli Etruschi) di residente e professionale, “fotografo” alcuni momenti che rivelano lo stato delle cose sul nostro territorio:

- Gli unici progetti di cui sento parlare sono alberghi a 5 stelle, turismo di lusso e faraonici progetti che prometterebbero crescita e sviluppo. Ne devo ancora vedere uno realizzato. Il Tombolo, ad esempio, albergo che si trova a Marina di Castagneto Carducci era un progetto “sicuro” che garantiva grandi ricadute sul territorio. Mi risulta abbia cambiato già 5 o 6 volte direzione e non mi sembra sia un’attività che vada a gonfie vele. Ne ignoro i motivi ma uno è lampante: si tratta di una struttura a 5 stelle inserita in un contesto “popolare” come quello di Marina di Castagneto. Ho parlato con molti clienti della struttura che mi hanno evidenziato questa anomalia. Mi risulta anche che c’era un accordo in base al quale chi realizzava la struttura avrebbe dovuto “rifare” l’arredo urbano del Viale Italia. Al momento, oltre alla scomparsa del cartello in cui veniva illustrato questo impegno – accordo tra imprenditori e amministrazione locale, non si è mossa foglia.

- Sempre per rimanere nel concreto a Marina di Castagneto stanno venendo su 420 nuovi appartamenti, cioè seconde case che già negli anni ’80 costituivano una pratica vecchia e dannosa per il territorio. Siamo nel 2011 e ne stanno nascendo ancora! Tutti d’accordo nel ritenere che si tratta di una “schifezza” a cielo aperto, nessuno, ma proprio nessuno, che si possa individuare come responsabile di questo capolavoro. Nessuno. Ma forse c'è...

- Nel territorio in cui vivo l’unico progetto esistente è quello previsto dall’investimento di Fratini, grande imprenditore che ha presentato chiaramente quali sono le proprie idee di sviluppo. Sul territorio si è generato un dibattito che al momento presenta più ombre che certezze.

- Tramite il sindaco del mio Comune ho avuto la possibilità di offrire un servizio a tutti i comuni della Bassa Val di Cecina. Sinteticamente un servizio di informazioni sugli eventi del territorio aggiornato quotidianamente e aperto alla collaborazione diretta. L’organo informativo presentato è www.linkarte.it, presente su territorio nazionale. In considerazione del fatto che tutti i siti web dei comuni presentano evidenti inefficienze in questo ambito ho pensato di fare cosa gradita anche perché, grazie alla disponibilità del direttore di Linkarte, il servizio sarebbe stato e sarebbe tutt’ora totalmente gratuito. Risultato? Il disinteresse più totale. I motivi? A essere buoni non ne trovo uno, a essere cattivo ne trovo tantissimi ma preferisco tenerli per me.

CONCLUSIONI

BENVENUTI NEL DESERTO DELLE IDEE

In sintonia con quanto emerso da alcuni interessanti interventi nel convegno la conclusione è meno scontata del previsto. Per chi ha a cuore le sorti del territorio in maniera disinteressata e consapevole è arrivato il momento di non avere più come interlocutori gli amministratori pubblici che appaiono drammaticamente senza idee sensibili unicamente alle proposte dei grandi imprenditori. Che soprattutto navigano a vista, a parole raccontano cose di scarsissimo interesse e nei fatti approvano strumenti urbanistici che non hanno nessun riferimento alla gestione consapevole di questo territorio. Mancano idee, mancano drammaticamente idee. E quando queste idee arrivano dall’esterno vengono sistematicamente ignorate. Amministratori intelligenti ma soprattutto consapevoli e armati di un profondo senso di responsabilità hanno avviato buone pratiche di amministrazione. Sono pochi, una specie rara, ma esistono. Quando sono venuti qui non hanno avuto neanche il piacere di essere accolti dai locali amministratori che invece avevano l’opportunità, senon’altro di ascoltare qualcosa di molto interessante e probabilmente realizzabile (vedi http://enricocaracciolo.blogspot.com/2010/07/news-in-pillole.html). L’unica risorsa possibile sembrano gli oneri di urbanizzazione che significano irreversibile consumo di territorio. Gli unici progetti degni di interesse sono quelli dei grandi imprenditori che - purtroppo non lo dico io ma i fatti - nella maggioranza dei casi non hanno alcun interesse nella gestione del territorio. E’ semplicemente pazzesco che gli amministratori pubblici “sposino” progetti imprenditoriali diventando immediatamente “contraenti deboli”. E’ semplicemente pazzesco che un imprenditore di alto livello condizioni le politiche territoriali. E’ semplicemente fuori luogo che un imprenditore conduca trattative con amministratori pubblici in luoghi non pubblici. E’ di poco gusto ma emblematico che un grande imprenditore inviti un amministratore pubblico a pranzo per “socializzare” o parlare di affari, magari in un ristorante a 5 stelle: forse sarebbe meglio che un amministratore pubblico inviti l’imprenditore in trattoria e comunichi chiaramente ai propri amministrati quali sono le intenzioni reali e la progettualità del territorio. Gli strumenti urbanistici predisposti per i prossimi anni di questo territorio sono quantomeno inadeguati e poco chiari. Un piano strutturale è cosa complessa ma l’obiettivo finale è quello di stabilire chiaramente cosa si può fare e cosa non si può, indicare le scelte operate da un'amministrazione nella gestione del territorio. Semplicemente, senza bisogno di particolari interpretazioni. Già perché quando si ricorre all’interpretazione si aprono voragini nel rapporto con i cittadini. I motivi son fin troppo scontati per essere spiegati.

Purtroppo questa è la situazione. Le case che stanno costruendo a Marina di Castagneto non sono un’opinione ma un fatto concreto. I progetti su Baratti e Rimigliano sono qualcosa di concretamente grave. Ed è sintomatico che per frenare qualcosa di assolutamente improponibile devono nascere comitati spontanei di cittadini che impiegano il loro tempo libero per fare un’opera di sensibilizzazione che sarebbe istituzionalmente un dovere per chi amministra oltre che vivere il territorio. Sono i cittadini a spendere tempo (tanto) prezioso per documentarsi, conoscere, approfondire cose sapientemente e non casualmente ignorate da chi ha responsabilità istituzionali, importanti e fondamentali in una democrazia. Una democrazia dove purtroppo questi cittadini che amano la loro terra non si sentono rappresentati. Dove non sono rappresentati. Questo accade nel Deserto delle Idee.

1 commento:

  1. Si noi i comitati abbiamo il compito di sensibilizzare le persone su temi che in altri paesi sono di coscienza comune.. noi dobbiamo fare questo lavoro.. oggi che fa politica non ha il senso delle cose e l'arroganza di disertare discussioni come questa.. delle forze politiche della zona non c'era nessuno ..solo Benifei che è il portavoce del gruppo SEL e Zucconi che è capogruppo del comune dei cittadini a Campiglia..

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