mercoledì 14 settembre 2011

Ciao Walter



Oggi è morto Walter Bonatti. Era, forse il 1969, in Val Ferret. Avevo 5 anni e incontro un signore forte con i capelli brizzolati. "Lui è uno scalatore forte e bravo" mi dice mia madre, "si chiama Walter Bonatti". Si presenta con poche parole, ferme e gentili. Mi prende in braccio. Mi sembra ieri. Mi solleva, guardo il suo volto sorridente, sento le sue mani forti che mi prendono mentre la catena del Bianco scorre alle sue spalle. I suoi occhi, il suo sorriso, le sue mani forti, il Monte Bianco. "Domani mattina vieni con me? Si parte alle 5, dunque tu dovrai svegliarti alle 4". Rispondo convinto: "Ci sarò". Molto di più di una promessa, la certezza di esserci. La mattina successiva mi sveglio come sempre verso le 8. Chiamo mia madre: "Perché non mi hai svegliato?!? Dovevo andare sul Monte Bianco con Bonatti..." La delusione è stata sconfinata. Ho capito che a volte gli adulti dicono bugie grandi, più grandi di quelle dei bambini.
Quel volo tra le sue braccia è stata la mia iniziazione all'amore per i viaggi. In quegli anni lui stava abbandonando i sogni verticali per dedicarsi ai sogni orizzontali. Basta Alpi e guglie di roccia per camminare nei grandi spazi e raccontare ai lettori di Epoca i suoi viaggi in Amazzonia o in Patagonia. Quel volo verso il cielo è rimasto un momento forte della mia vita.
Ho incontrato ancora Walter Bonatti, forse una decina di anni fa. Gli ho raccontato tutto, del nostro incontro in Val Ferret. Mi ha guardato con i suoi occhi svegli e brillanti, ma soprattutto mi ha preso le mani e me le ha strette forte. "Questa volta non posso prenderti in braccio... e ti stringo le mani". E' stata una stretta forte, rocciosa, decisa, affettuosa. I suoi capelli bianchi come le nevi della montagna dei miei sogni dove non sono mai andato (soffro di vertigini...).
Oggi Walter ha lasciato la terra delle sue scalate e dei suoi viaggi. Buon volo Walter.

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