martedì 13 luglio 2010

Ombra della Sera

Naviga sulle onde di terra della Val di Cecina, aggrappata alle fragilie franose balze. Volterra è scolpita come un'icona dell'impermanenza. Forte e fragile, proprio come le umane storie. Si racconta con le mani di artisti e artigiani che riempiono il vuoto con forme di alabastro, pietra chiara, morbida e lucente. Volterra è un luogo antico che si dilata nel tempo. Lo spirito di questo luogo trova la sua sintesi nell'Ombra della Sera, scultura bronzea di circa 57 cm, capolavoro moderno realizzato circa 2300 anni fa da un artista etrusco cha ha dato sostanza all'ombra di una figura umana all'ora del tramonto. Fra 2300 anni sarà ancora un'opera rivoluzionaria nella sua semplicità, nel suo silenzio che si allunga tra l'alba e il crepuscolo di un giorno senza fine.
Il lavoro su Volterra sarà pubblicato nel mese di settembre su Itinerari e Luoghi.

lunedì 12 luglio 2010

News in pillole


"Che calore...che calore comm' coce 'o sole cantava Pino Daniele" e di questi tempi FA CALDO, notizia fondamentale che merita l'apertura di tutti i TG Nazionali. Tutto regolare fino all'autunno quando ci "informeranno" che PIOVERA' MOLTO. A dicembre invece FARA' FREDDO. Ecco anticipate le principali notizie per i prossimi mesi.

Quanto al mio lavoro gli ultimi shooting fotografici per relativi articoli sono avvenuti tra Volterra, Città di Castello e la Stiria (Austria). Luoghi di grande interesse e soprattutto incontri con persone capaci di raccontare il territorio al di là degli stereotipi. I lavori verranno pubblicati su Itinerari e Luoghi.

Merita segalazione il nuovo sito web di Vittorio Sciosia (www.vittoriosciosia.com), very close friend of mine, amazing images builder. Lui è napoletano come me e come me ora vive in Toscana, a Livorno. In questo momento sta lavorando a Ischia.

Infine una nota confortante. Dopo aver pubblicato su questo blog il Domenico Finiguerra Pensiero ho avuto la fortuna di incontrarlo, il 10 luglio, a Donoratico in occasione di un incontro pubblico organizzato dalla Sinistra per Castagneto. Il sindaco di Cassinetta di Lugagnano era in compagnia di Alessio Ciacci, assessore all'Ambiente del comune di Capannori. Che meraviglia ascoltare due politici giovani che non parlano il politichese, che amano il confronto, che rispondono alle domande, che ascoltano le osservazioni, che non hanno la verità in tasca, che sono sinceri, che non si muovono con auto di rappresentanza, che prima di prendere decisioni o attuare programmi incontrano spontaneamente (non obbligati da democrazie partecipate di convenienza) i loro cittadini verso i quali si muovono con la consapevolezza di lavorare al servizio della collettività, non per altro. Domenico ha usato poche parole per spiegare i punti su cui si basa l'amministrazione del suo territorio. Alessio in estrema sintesi ha raccontato come avviene la raccolta differenziata a Capannori.
Ecco alcune riflessioni a caldo:
- Nessuna parola di circostanza, essenzialità, contenuti. Ma soprattutto sobrietà, intelligenza al servizio della gente, semplicità nella comunicazione. In buona sostanza per me che ero ad ascoltare ossigeno, spazio mentale, una ventata fresca nella putrida palude che caratterizza la nostra quotidianità politica.
- Nessun amministratore del mio Comune presente. Non mi sarei aspettato il mio sindaco o i miei assessori al tavolo dei relatori in quanto non formalmente invitati dagli organizzatori ma seduti tra il pubblico, giusto per "ascoltare" ed eventualmente fare domande. Magari interessati a qualcosa di virtuoso che viene fatto altrove che si potrebbe fare tranquillamente anche qui ma che evidentemente si ignora. Ignorare significa essere ignoranti che, a differenza di quanto si pensi non è una brutta parola. Il problema non è essere ignoranti ma decidere di rimanere tali, anche perchè quando accade questo e si parla di qualcosa che riguarda la collettività è molto probabile che si diventi arroganti. In buona sostanza è ignorante chi rimane seduto senza salire sui treni-opportunità che gli passano davanti. Domenico Finiguerra e Alessio Ciacci, o meglio, le loro esperienze, sono treni preziosi ignorati dai miei amministratori. Mi auguro che Chiara, Fulvia, Paolo e la Sinistra per Castagneto continuino a mantenere attiva la linea ferroviaria e creare belle opportunità di conoscenza per le persone che vivono su questo territorio.
- Ho apprezzato Domenico Finiguerra per una provocazione, che poi tanto provocazione non è, rivolta alla Sinistra per Castagneto. Perché chiamarsi ancora sinistra, perché identificarsi ancora nella falce e il martello (aggiungo io)? Perché vestirsi con abiti, marchi e simboli che ti ghettizzano e soffocano le tue potenzialità. Cosa costerebbe coltivare i valori fondanti della Sinistra utilizzando una comunicazione senza incastrarsi in nomi e simboli che soddisfano solo un'esigenza di appartenenza ignorando la propria missione? Domenico l'ha detto chiaramente e semplicemente: "Se mi fossi presentato col simbolo della Sinistra per Cassinetta non sarei qui a parlare con voi". Questo dovrebbe far riflettere. E occhio, riflettere non significa chiudersi sulla rocca degli irriducibili cercando dialogo solo con chi è disposto a venirti incontro. Riflettere in questo caso significa intendersi onestamente sulla priorità di certe cose. E' molto tempo che, quando ne ho la possibilità, lancio idee agli amici della Sinistra per Castagneto sull'opportunità di abbandonare battaglie ideologiche per spingere sull'elaborazione, la comunicazione e la proposizione dei contenuti. Forse è arrivato il momento di staccarsi serenamente dalla forza comunicativa dei simboli e dei marchi e lavorare di più sulle persone e sulla capacità di relazione. Se no tutto rimane molto autoreferenziale e, soprattutto, si pecca di presunzione. E soprattutto si rimane a fare filosofia nel proprio circolo, perdendo sempre e comunque, criticando il resto del mondo e piangendo sul degrado culturale e umano in cui viviamo. Vincere la competizione elettorale è una responsabilità verso i propri elettori.
Uso una metafora per spiegarmi meglio. Per anni, e ahimé tuttora, faccio estrema fatica a presentarmi in giacca e cravatta. Da ragazzo ne avevo fatto una questione di principio, ora, più semplicemente non provo simpatia per l'oggetto cravatta. Se è vero - come è vero - che non è l'abito a fare il monaco perché insistere a vestirsi di Sinistra, rossi, con falce e martello (oppure senza cravatta) anziché coltivare i nostri valori e usare l'intelligenza, come ha fatto Domenico Finiguerra, per abbattere barriere e muri altrimenti insormontabili?
Apertura, intelligenza, voglia di crescere significano essere disposti a cambiare, essere disposti al confronto, anche mettendosi realmente in discussione.
Ancora grazie a Domenico e Alessio per i loro contributi.